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Inviato da: Rocco Catalano  Titolo: L giorno in cui Israele non ci sarà più il mond o forse tirerà un sospiro di sollievo Newsgroup: it.politica.internazionale Data: 08/02/2018 Ora: 17:07:52 Mostra headers |
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| <br /> LOGO<br /> <br /> Groups_Google Iscriviti a "BoccheScucite" su Google Gruppi<br /> Groups_GoogleSegui "BoccheScucite" su Google Gruppi<br /> <br /> La destra israeliana invoca misure eccezionali contro i «terroristi»<br /> <br /> Pubblicato da admin il 8/2/18 • Inserito nella categoria: Primo <br /> Piano,Strillo<br /> Territori occupati. Dopo l’uccisione di due coloni, media e <br /> rappresentanti della politica chiedono di combattere con provvedimenti <br /> ancora duri quella che descrivono come una ripresa della “Intifada dei <br /> coltelli”. E qualcuno propone di buttare in mare i corpi dei “terroristi”<br /> <br /> di Michele Giorgio<br /> <br /> L’accoltellamento e il ferimento leggero ieri di una guardia di <br /> sicurezza dell’insediamento coloniale israeliano di Karmei Tzur, ad <br /> alcuni chilometri da Hebron, da parte del palestinese Hamzeh Zamaareh, <br /> ucciso subito da un altro vigilante, ha spinto molti in Israele a <br /> parlare di ripresa dell’”Intifada dei coltelli”. È così che gli <br /> israeliani definiscono gli attacchi all’arma bianca, di cui si resero <br /> protagonisti decine di adolescenti e giovani palestinesi (in buona parte <br /> uccisi sul posto dopo il loro gesto), che caratterizzarono la fine del <br /> 2015 e la prima metà del 2016. I media e diversi rappresentanti della <br /> politica fanno a gara nell’invocare pesanti misure di ritorsione, <br /> definendole di “deterrenza”, mentre l’esercito è impegnato a cercare <br /> Abdel al Hakim Assi il 19enne palestinese, con passaporto israeliano, <br /> responsabile dell’uccisione lunedì di un colono, Itamar Ben Gal, che ha <br /> pugnalato a morte nell’insediamento di Ariel prima di far perdere le <br /> tracce. In reazione a quell’attacco, reparti israeliani martedì sono <br /> penetrati nella città di Nablus – in apparenza per cercare Assi – <br /> innescando scontri con centinaia di palestinesi poi sfociati nel lancio <br /> da parte dei dimostranti di pietre, bottiglie molotov e, sostiene <br /> l’Esercito, anche in colpi esplosi dal campo profughi di Balata, e da <br /> parte israeliana in un fuoco con proiettili veri che hanno ucciso Khaled <br /> al Tayeh, uno studente 22enne, e ferito decine di altri palestinesi <br /> (cinque sono gravi). Sempre due giorni fa unità speciale israeliana <br /> aveva ucciso a Yamoun (Jenin) Ahmad Jarrar, il palestinese accusato <br /> dell’uccisione lo scorso 9 gennaio di un altro colono, Raziel Shevach, <br /> sempre nella zona di Nablus. Un’esecuzione di fatto condannata anche da <br /> Fatah, il partito del presidente palestinese Abu Mazen.<br /> <br /> Di fronte a questa presunta ripresa della “Intifada dei coltelli” che i <br /> palestinesi, in ogni caso, spiegano come una logica conseguenza delle <br /> tensioni e della rabbia provocate dal riconoscimento unilaterale <br /> (condannato dall’Onu) di Gerusalemme come capitale d’Israele fatto da <br /> Donald Trump due mesi fa – sono almeno 15 i dimostranti palestinesi <br /> uccisi da quel giorno –, la destra israeliana è tornata ad invocare <br /> misure eccezionali. Ieri si è svolto un dibattito tempestoso sul ritorno <br /> dei corpi di “terroristi” nella commissione per gli affari interni della <br /> Knesset. Herzl e Meirav Hajaj, genitori della soldatessa Shir Hajaj, <br /> uccisa circa un anno fa assieme ad altri tre militari ad Armon Hanatziv, <br /> una colonia nel settore Est occupato di Gerusalemme, hanno chiesto allo <br /> Stato di mettere fine al suo «fallimento». «Il corpo dell’animale che ha <br /> ucciso nostra figlia è nelle mani dello Stato di Israele», hanno fatto <br /> notare «invece di discutere se tenere un corpo o meno, c’è una <br /> soluzione: lasciarlo definitivamente in Israele o gettarlo in mare». <br /> «Tutto ciò, insieme a un ulteriore progresso verso l’approvazione della <br /> legge sulla pena di morte per i terroristi, la distruzione delle case <br /> dei terroristi e l’espulsione di terroristi, sarà in grado di prevenire <br /> il prossimo omicidio. La non restituzione dei corpi (alle famiglie) deve <br /> essere parte delle opzioni di deterrenza».<br /> <br /> Immediato l’intervento a sostegno di Matan Peleg, presidente di Im <br /> Tirzu, una organizzazione di destra impegnata a prendere di mira Ong e <br /> associazioni per la tutela dei diritti umani e personalità della <br /> sinistra israeliana. «Lo Stato deve promuovere un significativo <br /> pacchetto deterrente contro il terrorismo» ha detto Peleg «è necessario <br /> cambiare le regole del gioco e irrigidire ogni risposta, deve esserci un <br /> drammatico aumento della deterrenza. Il sangue israeliano non è in <br /> vendita». Anche Peleg ha esortato ministri e parlamentari ad accelerare <br /> l’iter per la reintroduzione della pena di morte per i «terroristi».<br /> <br /> https://ilmanifesto.it/la-destra-israeliana-invoca-misure-eccezionali-contro-i-terroristi/<br /> <br /> ---<br /> Questa email è stata esaminata alla ricerca di virus da AVG.<br /> http://www.avg.com<br /> | |||||||||||||||
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