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Meglio tesori in cielo che in Terra!
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Data: 20/05/2012
Ora: 01:05:35
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>Meglio tesori in cielo che in Terra! > >Lo spirito umano si è ultimamente "appannato" e sporcato di cose inutili e >dannose. Riporto una frase illuminante dello spirito del dr.Andrè Luiz, uomo >ricco e dedito a piaceri e vizi nel mondo. Fino al giorno in cui morì e si >ritrovo in una regione spirituale inferiore buia, fredda e piena di bestie >inumane e forme di vita maligne e negative. Egli disse:-" Possedevo un >focolare domestico che avevo chiuso a tutti quelli che camminavano nel >deserto dell'angoscia. Mi ero deliziato con le gioie famigliari, scordando >di stendere questa benedizione divina all'immensa famiglia umana, sordo ai >semplici doveri della fraternità." - Oh! amici fraterni della Terra! Quanti >di voi potrebbero evitare questo cammino del rammarico con la preparazione >ai terreni più interiori del cuore? Accendete la vostra luce divina, prima >di attraversare la grande ombra. Cercate la verità, prima che la verità vi >sorprenda. Sudate adesso per non piangere poi." - [Spirito del dr. Andrè >Luiz] > >Disse Gesù: "Non accumulatevi tesori sulla Terra, dove tignola e ruggine >consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori nel >cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e >non rubano. Perché là dov'è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore" - >[Matteo 6,19] . > >E a distanza di 2.000 anni aveva ed ha ancora ragione! Le genti di tutte le >epoche, la nostra compresa, è assetata di denaro, potere, lussi e privilegi. >Ma non serve a nulla, perché alla fine della vita fisica in questo pianeta, >ne inizia un'altra ben più piena e appagante, più reale e viva, dove la >condizione individuale di ciascuno di noi non sarà data dai possedimenti che >si aveva sulla Terra, piuttosto dalle azioni positive fatte e dal bene >spirituale realizzato. Il più ricco dei ricchi qui sulla Terra, magari si >troverà poi in una regione inferiore dell'aldilà, "...dove sarà pianto e >stridore di denti " [Mt, 13,41-42] >(http://www.youtube.com/watch?v=UiaM4BiQgh0 ) mentre il più umile degli >umili, magari sarà innalzato ad essere un signore e ministro in una delle >migliaia di città spirituali sparse nell'universo astrale. Quindi la domanda >che ognuno di noi deve porsi è: "sto facendo il bene o il male del mio >prossimo?" - perché ogni male causato agli altri (e anche a sé stessi nel >caso di suicidio volontario) sarà pagato a caro prezzo [ >http://www.vitanellaldila.it/suicide.php ]. > >Ecco perché Gesù esorta a "costruire tesori in cielo", perché saranno quelle >buone azioni verso gli altri, la natura, gli animali, l'ambiente, che >determineranno la nostra evoluzione spirituale e quindi la condizione in cui >ci ritroveremo una volta spogliati dal corpo fisico. Molti credenti, pensano >che dopo morti ci si ritrovi faccia a faccia con Dio. Ma è un'idea errata. >Dio c'è, ma prima che si possa essere al suo cospetto ne dovremo mangiare di >polvere. Uno non si presenterebbe mai dal suo Re sporco e in canottiera, ma >piuttosto lindo, pulito e profumato. Le azioni cattive e malvagie sporcano; >le azioni positive ripuliscono e profumano. A noi la scelta! In fondo, Dio >ci ha regalato il "libero arbitrio". Sta a noi utilizzarlo per il bene o per >il male. In ogni caso, saremo soltanto noi i responsabili delle nostre >azioni. Ognuno verrà pagato con la "moneta" che gli compete! > > >"QUELLI CHE HANNO CONDOTTO GLI INFELICI AD UN TALE STATO DI DISPERAZIONE, NE >SUBIRANNO LE CONSEGUENZE?" (domanda il prof. Allan Kardec [H.L. Denizard >Rivail] riferendosi ai suicidi di tutti i tempi) >«OH, GUAI, GUAI AD ESSI! POICHÉ NE RISPONDERANNO COME DI UN OMICIDIO». >(risposta di uno spirito elevato in contatto con Kardec) >[TRATTO DA: " Il Libro degli Spiriti" - di A. KARDEC] > >Quante persone si suicidano? Tante! Troppe! La disperazione porta molta >gente nel mondo a privarsi del bene più prezioso che hanno: la vita. Ma è >una scelta sbagliata. Sbagliatissima. Chi si uccide commette omicidio su se >stesso, peggio di aver ucciso un'altro uomo. Gli spiriti dell'aldilà ci >mettono in guardia su questo insano gesto poiché poi, dall'altra parte, >questo atto viene pagato a caro prezzo, in regioni spirituali buie e fredde >popolate da mostri inumani e gentaglia di basso profilo spirituale. E già, >sembra una beffa. Chi è tanto disperato da commette omicidio su se stesso lo >fa perché vuole farla finita con questo mondo popolato da gente egoista e >malvagia, gente che sta più a cuore il proprio conto in banca piuttosto che >il bene collettivo e poi va a finire in posti ancora più squallidi e >desolanti, popolati da gente peggiore di quel che ci si immagina. Gli >egoisti, i faccendieri, gli assassini e tutti coloro che si macchiano di >delitti di qualsiasi natura verso il proprio prossimo, pagheranno a caro >prezzo le loro azioni infami e malvagie. Se sapessero dove sono destinati >diverrebbero immediatamente chierichetti altruisti e pronti alla >disponibilità verso il prossimo. Ma essi ignorano i mondi spirituali >(soprattutto quelli bassi e inferiori), sono più concentrati sul mondo >materiale, ad ammassare materia su materia, oggetti su oggetti...ma che >dall'altra parte a poco gli serviranno. Vale la pena di citare ciò che disse >lo spirito del dr. Andrè Luiz al medium Francisco chico Xavier. Andrè Luiz >era un medico brasiliano, ricco ed egoista, sempre dedito a donne di >malaffare, vizi e giochi d'azzardo. Aveva una bella famigliola ed era >soddisfattissimo della propria esistenza. Fino al giorno in cui morì per >problemi enterogastrici. Allora si ritrovò in una di quelle zone spirituali >buie, fredde, tetre, popolate da gentaglia cattiva e disgustosa, che lui >definì "..UMBRAL, una specie di purgatorio..." e scoprì così una verità >inaspettata. Ha sofferto per molto tempo a stare in quei luoghi fetidi e >oscuri, finchè dopo molto tempo, compresi i suoi errori, iniziò la sua >evoluzione spirituale verso luoghi più luminosi e accoglienti. Egli affermò >tramite il medium F.C.Xavier:- "Possedevo un focolare domestico che avevo >chiuso a tutti quelli che camminavano nel deserto dell'angoscia. Mi ero >deliziato con le gioie famigliari, scordando di stendere questa benedizione >divina all'immensa famiglia umana, sordo ai semplici doveri della >fraternità." - "Oh! amici fraterni della Terra! Quanti di voi potrebbero >evitare questo cammino del rammarico con la preparazione ai terreni più >interiori del cuore? Accendete la vostra luce divina, prima di attraversare >la grande ombra. Cercate la verità, prima che la verità vi sorprenda. Sudate >adesso per non piangere poi." > >Molti spiriti, anzi la stragrande maggioranza, dicono che il "suicidio >volontario" causa poi negli spiriti che hanno commesso questo grave e >drammatico gesto, una sorta di autopunizione. Le persone suicide, colte da >disperazione e rabbia impotente dentro di sè, scelgono come unica soluzione >possibile la morte (fisica). Poi, dopo un sonno che varia da individuo a >individuo, ci si risveglia (in spirito) in posti poco piacevoli, si è quasi >"sospesi" e subito si prova angoscia, rammarico, rimorso per ciò che si è >fatto a sè stessi. Tornare indietro non è più possibile e l'individuo, in >"perispirito", comincia a soffrire mentalmente e spiritualmente. > >L'avvocato Victor Zammit, nel suo illuminante libro ["Un Avvocato Presenta >il Caso dell'Aldilà" - Prove Oggettive Inconfutabili] - liberamente >scaricabile dalla rete, afferma:- "Quel che succede a una persona che >commette un suicidio dipende da un numero di fattori. La motivazione è >sempre molto importante. Ad esempio, esiste una grossa differenza tra chi >commette suicidio a causa di una morte inevitabile e chi lo commette per >evitare delle responsabilità. Coloro che si tolgono la vita per l'incapacità >di affrontare dei problemi, nell'Aldilà accresceranno i loro problemi e le >loro responsabilità. Nell'Aldilà esistono sfere di diverso livello - da >quelle a vibrazioni più basse a quelle a vibrazioni più elevate. Al momento >della morte fisica ci rechiamo nella sfera che meglio si adatta alle >vibrazioni che abbiamo accumulato nel corso della nostra vita sulla Terra. >Detto in maniera semplicistica, la gente più coscienziosa va nella "terza" >sfera - quella che alcuni chiamano la terra dell'estate perenne. Quanto più >le vibrazioni sono elevate, tanto migliori saranno le condizioni di cui si >godrà. Ci è stato detto che le sfere più elevate sono talmente belle che è >perfino impossibile immaginarle. Per coloro che, invece, hanno accumulato >delle vibrazioni particolarmente basse esistono problemi molto seri." > >Molta letteratura spiritistica afferma che il suicidio è "ammesso" (nel >senso che nè Dio, nè l'individuo stesso lo percepiscono come una "fuga dalle >responsabilità") solo nel caso di malattie gravi debilitanti e che riducono >un essere a poco più che un vegetale (clamoroso e dibattuto fu il celebre >caso di Piergiorgio Welby, con l'anestesista Mario Riccio che interruppe la >ventilazione meccanica aiutando Piergiorgio Welby a morire). > >Allan Kardec, (pseudonimo di Hippolyte Léon Denizard Rivail (1804 -1869), fu >un pedagogista, filosofo, chimico, fisico e matematico francese conosciuto >per essere stato il fondatore e codificatore dello spiritismo) nel suo libro >"IL LIBRO DEGLI SPIRITI" afferma:- " Fra le cause più frequenti di >sovreccitazione cerebrale sono da annoverarsi i disinganni, le disgrazie, >gli affetti contrariati, cose tutte che sono nello stesso tempo le cause del >suicidio." - Poi, chiedendo a uno dei tanti spiriti "dotti" con cui >dialogava, a proposito della reincarnazione Kardec domandò:- "Accade qualche >volta che dopo l'unione indissolubile col suo nuovo corpo, lo Spirito si >dolga della scelta che ha fatto? Risposta dello spirito:-" «Che, come uomo, >si lagni della vita che fa, e la desideri diversa, sì; ma che, come Spirito, >si penta della sua scelta, no, poiché egli, incarnato che sia, non ne ha più >coscienza. Può invece trovare troppo grave il peso della sua esistenza: e >allora, credendolo superiore alle proprie forze, lo sciagurato ricorre al >suicidio». > >Dal "Libro degli spiriti" di Allan Kardec riguardo il tema del suicidio: > >D: Da che viene in parecchi il disgusto della vita senza un motivo >plausibile? >R: «Dall'ozio, dalla mancanza di fede e spesse volte dalla sazietà. Per chi >esercita le sue facoltà con un fine utile e secondo le sue attitudini >naturali, il lavoro non riesce penoso, e la vita passa più rapidamente: egli >ne sopporta le vicissitudini con tanta maggiore pazienza e rassegnazione, >quanto maggiore è la sua fede nella felicità più vera e più durevole, che lo >aspetta». > >D: Ha l'uomo il diritto di disporre della sua vita? >R: «No; questo diritto è di Dio. Il suicidio volontario è una violazione >della legge di conservazione». > >D: Il suicidio non è sempre volontario? >R: «Il pazzo, che si uccide, non sa quel che si faccia». > >D: Che pensare di coloro che si uccidono per disgusto della vita? >R: «Insensati! Perché non si diedero al lavoro? Non avrebbero trovata >gravosa l'esistenza». > >D: E di coloro che si uccidono per sottrarsi alle miserie e ai disinganni di >questo mondo? >R: «Poveri Spiriti, che non hanno il coraggio di sopportare gli affanni dell'esistenza! >Dio aiuta chi soffre, ma non chi manca d'animo e di forza. Le tribolazioni >della vita sono prove, od espiazioni beati quelli che le tollerano senza >mormorare, poiché ne saranno ricompensati! Guai, per contrario, a coloro che >attendono la propria salute da ciò che nella loro empietà chiamano caso o >fortuna! Il caso o la fortuna, per valermi del loro linguaggio, possono, è >vero, favorirli qualche volta; ma perché provino più tardi e più crudelmente >la delusione di avere confidato in cose vane». > >D: Quelli che hanno condotto gli infelici ad un tale stato di disperazione, >ne subiranno le conseguenze? >R: «Oh, guai, guai ad essi! Poiché ne risponderanno come di un omicidio». > >D: L'uomo che, messo alle strette dalla necessità, si lascia morire per >disperazione, può considerarsi quale suicida? >R: «E' proprio tale; ma chi lo induce a quel passo, o potrebbe impedirlo e >non lo fa, avrà maggior castigo di lui, che troverà indulgenza. Però non >crediate che egli resterà del tutto impunito, interamente assolto, ove abbia >mancato di fermezza e di perseveranza, e non avrà fatto uso di tutte le sue >forze e facoltà per sottrarsi alle strette della miseria. Meschino lui, poi, >se la sua disperazione è stata determinata dall'orgoglio, cioè se egli si è >spinto a quel passo cedendo a stolti pregiudizi, i quali fanno credere che >un uomo già vissuto nell'agiatezza non possa vivere col lavoro delle sue >mani, e che sia preferibile lasciarsi morire di fame, piuttosto che >degradarsi e vivere in una condizione più modesta della condizione >precedente! Non è forse cento volte più nobile e dignitoso lottare contro le >avversità, e disprezzare la critica di un mondo vano ed egoista, che non è >devoto se non a coloro cui ride la fortuna, e vi volta le spalle quando vi >trovate nel bisogno? Sacrificare la propria vita ai pregiudizi di questo >mondo è cosa insensata, perché il mondo non tiene conto di questi sacrifici, >da cui non ricava alcun vantaggio». > >D: Chi si uccide per sfuggire all'onta di un delitto è riprovevole come >colui che lo fa per disperazione? >R: «Il suicidio non cancella la colpa; anzi, alla prima ne aggiunge una >maggiore. Come si ebbe il coraggio di fare il male, occorre avere anche >quello di subirne le conseguenze. Però Dio giudica con assoluta giustizia, e >può talora mitigare la sua severità». > >D: Il suicidio è scusabile, quando il suicida ha lo scopo di impedire che l'onta >ricada sui figli, o sulla famiglia? >R: «Chi lo commette fa male, ma crede di far bene, e Dio gliene terrà conto, >poiché è un'espiazione, che si impone da sé. Egli attenua la sua colpa con l'intenzione; >ma pur tuttavia la colpa è sempre colpa. Del resto, abolite gli abusi ella >vostra società e i vostri pregiudizi, e non avrete più di questi suicidi». >Chi si toglie la vita per sfuggire all'onta di una cattiva azione dimostra >di tenere più alta stima degli uomini che all'amore di Dio , e rientra nella >vita spiritica col peso delle sue iniquità , poiché privandosi della vita , >si è privato del mezzo di riparare al malfatto e purificarsene . Iddio >sovente è meno inesorabile degli uomini : perdona al sincero pentimento , ed >apprezza la riparazione; ma il suicidio non ripara a nulla». > >D: Che pensate di colui che si toglie la vita quaggiù nella speranza di >giungere così più presto ad una migliore? >R: «Follia! Faccia il bene, e allora sarà sicuro di arrivarvi, mentre in >questo modo ritarda la sua entrata in un mondo migliore, perché egli stesso >sarà costretto a chiedere di venire a terminare quella vita, che si è >troncata per una falsa idea. Una colpa, qualunque sia, non apre mai l'accesso >al santuario degli eletti». > >D: Il sacrificio della propria vita non è meritorio quando è fatto per >salvare un altro, o per giovare in una maniera qualsiasi ai suoi simili? >R: «Il sacrificio della propria vita per il bene degli altri non e un >suicidio, ma un atto sublime, se veramente utile, e non offuscato dall'orgoglio. >Un sacrificio è tanto meritorio, quanto più è disinteressato; se talvolta >chi lo compie ha segreti finì personali, allora ne scema il valore agli >occhi di Dio». Ogni sacrificio a spese del proprio bene è un atto >sovranamente meritorio agli occhi di Dio , perché è la pratica della legge >di carità . Siccome la vita è il bene massimo che l'uomo abbia sulla Terra , >chi vi rinuncia a vantaggio del suo simile non commette una colpa , ma >compie un sacrificio sublime: solo , prima di compierlo , deve considerare >se la sua vita non sia più utile della sua morte». > > >www.vitanellaldila.it
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Sergio Simonetti
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